Ad ogni movimento e ad ogni posizione è abbinata una respirazione; la pratica consapevole di questa attività agisce in profondità nel nostro corpo, nella mente e nello spirito.

Praticare yoga con costanza porta molti BENEFICI, ti aiuta a

• aumentare la consapevolezza del corpo e della mente

• aumenta la capacità di osservare la mente e l’effetto che ogni pensiero ha sul nostro corpo

• ridurre lo stress e l’ansia


Prana:

Il termine prana (dal sanscrito प्राण, prāṇa) significa letteralmente «vita» e in seconda istanza viene inteso come «respiro» e «spirito».

Secondo la fisiologia induista, tutti gli esseri viventi, in quanto tali, sono dotati di prana, la cui conservazione deriva dal corretto svolgimento di tutte le funzioni psicologiche, emotive e fisiologiche necessarie al mantenimento armonico dell'equilibrio interiore.

Secondo tale filosofia, uno dei modi più evidenti attraverso cui gli esseri viventi ottengono prana è dato dalla respirazione che veicola, oltre all'ossigeno (elemento grossolano) anche la vitalità (elemento sottile) che traiamo dall'aria.

Nello yoga e nelle tecniche di guarigione indiane la capacità di saper padroneggiare il respiro (prāṇāyāma) assume un ruolo fondamentale, poiché attraverso la consapevolezza questo esercizio consente di controllare e regolarizzare eventuali squilibri e disfunzioni dell'organismo, in particolare tra corpo e psiche, ristabilendo la salute spirituale nella sua interezza, in un'ottica olistica.

Nella cultura cinese e giapponese il concetto con significato corrispondente al prana rientra nell'accezione di Ki, mentre in quella europea è identificabile con il termine pneuma; in Occidente è stato assimilato anche al significato di forza vitale, e alla nozione ermetico-esoterica di etere.

Puruṣa:

Puruṣa (devanagari पुरुष) è un termine della lingua sanscrita dal significato di "essere umano" o anche "maschio". Nella letteratura sacra dell'induismo il termine è stato utilizzato in tre principali accezioni:

"Uomo cosmico": l'essere primordiale increato che, secondo i Veda, fu sacrificato per dare origine al mondo manifesto.

"Spirito": uno due princìpi eterni della realtà, secondo la visione del Sāṃkhya.

"Essere supremo": usato in associazione coi termini para, parama o anche uttama come appellativo di alcune divinità nelle correnti devozionali, soprattutto le krishnaite.

Spirito

Nel Sāṃkhya, una delle sei (darśana) ritenute ortodosse nell'induismo sebbene non teista, con puruṣa si intende uno dei due princìpi ontologici della realtà, essendo l'altro la prakṛti. Puruṣa è usualmente tradotto con "spirito", "anima", o anche "Sé", ed è un concetto pluralistico; prakṛti è di norma tradotto con "materia" o anche con "natura". Prakṛti e puruṣa sono due princìpi eterni, increati e assolutamente separati l'uno dall'altro, sebbene sia proprio la "vicinanza" fra loro a dare origine alle trasformazioni dell'universo, inteso come materiale e mentale, all'evoluzione della prakṛti stessa cioè. Mentre quest'ultima è priva di coscienza, il puruṣa può essere visto invece come pura coscienza, principio frammentato in una infinità di monadi, di anime individuali che vengono loro malgrado coinvolte nelle trasformazioni della prakṛti.

Prakriti:

è l’Energia Cosmica Materiale, attiva e dinamica, che forma il tessuto della creazione.

Il Samkhya spiega che Prakriti è la materia inerte primordiale, l’essenza di tutta la natura materiale ed è il campo di potenziale per Purusha. Purusha invece è l’anima o la luce della pura consapevolezza.

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