introduzione all’etica – una panoramica filosofica
In questa pagina presentiamo una sintesi compatta dei principali orientamenti della filosofia morale, seguendo una lezione universitaria condensata. L'obiettivo è fornire un'introduzione semplice ma rigorosa all'etica, attraverso i contributi di grandi pensatori come Bentham, Kant, Aristotele, Nietzsche, Peter Singer e altri.
utilitarismo: massimizzare la felicità
Jeremy Bentham, filosofo inglese del XVIII secolo, sviluppò l’utilitarismo, una teoria secondo cui un’azione è moralmente giusta se produce il maggior quantitativo possibile di piacere e il minor quantitativo di dolore, per il maggior numero di persone.
Il principio base è il consequenzialismo: conta il risultato dell’azione, non l’intenzione.
Bentham considerava ogni piacere equivalente: non importa se deriva da un gioco infantile o da un’opera d’arte, tutto conta allo stesso modo se produce felicità.
Ma questa visione ha dei limiti. Il filosofo Robert Nozick propone un famoso esperimento mentale: una “macchina dell’esperienza” che ci darebbe piaceri perfetti, ma artificiali. Molti rifiuterebbero di entrarci, perché cerchiamo qualcosa più del solo piacere: autenticità, relazioni reali, libertà, azione vera.
un’applicazione controversa: i diritti e i dilemmi
L’utilitarismo, applicato rigorosamente, porta a conclusioni problematiche:
Bentham arrivò a sostenere che il sesso omosessuale consensuale non è moralmente sbagliato, perché produce piacere e non danneggia nessuno – una posizione radicale per la sua epoca.
Ma l’utilitarismo può anche giustificare ingiustizie: il filosofo McCloskey immagina uno sceriffo che per evitare una rivolta dovrebbe condannare un innocente. Secondo l'utilitarismo, se questo evita più sofferenza, sarebbe giusto farlo. Ma qualcosa in noi resiste a questa conclusione.
kant: agisci secondo principi universali
Immanuel Kant, filosofo tedesco del Settecento, propose una teoria morale molto diversa: non conta il risultato, ma l’intenzione, o meglio, la massima (la regola che guida l’azione).
Un’azione è giusta solo se potresti volerla trasformare in una legge universale condivisa da tutti.
Non possiamo usare le persone come strumenti: mentire, anche a fin di bene, è moralmente sbagliato perché viola il rispetto dell’altro.
Nel dilemma dello sceriffo, Kant direbbe: non è mai lecito sacrificare un innocente, anche se così si evitano molti mali. Perché la dignità umana non si calcola, si rispetta.
aristotele: etica come realizzazione di sé
Per Aristotele, la morale non è né piacere né dovere astratto, ma floritura umana (eudaimonia). L’uomo felice è colui che realizza la propria natura razionale e virtuosa.
Non basta avere virtù: bisogna agirle, vivere con equilibrio, coraggio, giustizia.
Non è la ricchezza, l’onore o il piacere a dare senso alla vita, ma vivere secondo la propria funzione più alta: la ragione.
L’etica è quindi pratica, fondata sull’azione concreta, sulla scelta giusta, giorno per giorno.
singer: la carità non è facoltativa
Il filosofo contemporaneo Peter Singer propone un’etica radicale dell’altruismo efficace. Nel suo celebre saggio Famine, Affluence and Morality (1972), sostiene che siamo moralmente obbligati a donare le nostre spese superflue (es. caffè, vestiti di lusso) per salvare vite umane dalla fame.
Usa un esempio semplice: se vedessi un bambino annegare in una pozzanghera, lo salveresti, anche se ti rovini le scarpe. Allora, perché non salvi vite vere a migliaia di chilometri, con una piccola donazione? La distanza non è una scusa morale.
perché essere morali?
La domanda finale è: perché dovremmo comportarci moralmente?
Aristotele: perché vivere virtuosamente ci rende felici.
Nietzsche: la moralità è una costruzione per i deboli, un freno alla forza vitale.
Plato, Hume, Locke (non trattati nel dettaglio qui): ciascuno affronta la questione dell’esistenza o meno di fatti morali oggettivi, validi per tutti.
conclusione
Questa introduzione presenta una panoramica di alcune delle principali teorie etiche:
Utilitarismo: il bene è massimizzare il piacere
Kantismo: il bene è agire con rispetto per la dignità razionale
Aristotelismo: il bene è vivere pienamente secondo la propria natura
Singer: il bene è agire in modo efficace e altruista
Nietzsche: la morale è sospetta, e va superata
Ognuna offre spunti per riflettere su cosa significhi vivere bene, giustamente, consapevolmente.
perché essere morali? la domanda fondamentale
Anche dopo aver studiato cosa è giusto e cosa è sbagliato, rimane una domanda essenziale:
Perché dovrei essere morale? Perché dovrei fare la cosa giusta, anche quando nessuno mi guarda?
Aristotele: essere morali è vivere bene
Per Aristotele, vivere moralmente significa vivere pienamente, realizzando ciò che siamo davvero. Ogni essere ha una natura e una funzione; per l’essere umano, questa funzione è vivere razionalmente e virtuosamente. Non per obbligo, ma per felicità profonda (eudaimonia).
La moralità, secondo Aristotele, non è un dovere esterno, ma la via per una vita ben riuscita.
Nietzsche: la morale come debolezza
Friedrich Nietzsche, al contrario, propone una visione critica. Per lui, la moralità tradizionale è un’invenzione dei deboli per limitare i forti. I valori morali non sono assoluti, ma costruiti socialmente per reprimere la volontà di potenza.
Secondo Nietzsche, non dovremmo chiederci “cosa è giusto?”, ma piuttosto:
“Questo valore rafforza o indebolisce la vita?”
La sua filosofia invita a trascendere la morale convenzionale, per affermare se stessi in modo creativo e autentico.
esistono fatti morali oggettivi?
Nella parte finale del corso, si affronta un'altra questione centrale in etica:
I valori morali sono universali? Oppure sono solo opinioni culturali o personali?
L’oggettività morale
Questa domanda riguarda l’esistenza di fatti morali oggettivi:
Esiste qualcosa che è veramente giusto o sbagliato, indipendentemente da cosa pensiamo?
Oppure la morale è solo una costruzione sociale, variabile come i gusti o le tradizioni?
Per esplorare questo tema, i filosofi analizzano i contributi di Plato, Locke, Hume e altri:
Plato credeva in un bene assoluto, indipendente dall’opinione umana.
David Hume invece sosteneva che non possiamo derivare “ciò che è giusto” da ciò che “è”: i giudizi morali nascono dal sentimento, non dai fatti.
John Locke cercava fondamenti morali nei diritti naturali e nella ragione umana.
conclusione: molte domande, nessuna risposta facile
La filosofia morale non dà risposte facili, ma ci educa a porre domande migliori.
Ci insegna a pensare in modo critico su ciò che facciamo, su cosa conta davvero nella vita, e su come trattiamo gli altri.
Che tu segua l’utilitarismo, Kant, Aristotele, Nietzsche o Singer, una cosa è chiara:
vivere consapevolmente implica scegliere — e ogni scelta ha un peso morale.