Yoga Teacher Training Torino 2025 – Corso Insegnanti Yoga RYT200 | Behrangyoga

Cos'è la filosofia dello Yoga:

visione, radici e testi essenziali

Le radici antiche della scuola Yoga

Lo Yoga Sūtra e la pratica verso la liberazione

Testi fondamentali e dialogo con le altre scuole

 

La scuola di filosofia Yoga è una delle sei darśana ("visioni" o "sistemi") ortodosse della filosofia indiana (astika), cioè quelle che accettano l’autorità dei Veda. Le sei scuole classiche sono: Nyāya, Vaiśeṣika, Sāṃkhya, Yoga, Mīmāṃsā e Vedānta.

Origini storiche

La scuola Yoga trova la sua codificazione classica nei Yoga Sūtra di Patañjali, testo scritto intorno al III-V sec. d.C., sebbene pratiche ascetiche simili allo yoga siano molto più antiche (Upaniṣad, Bhagavad Gītā). Nel tempo il termine “yoga” ha assunto numerosi significati, dal semplice “unione”, “disciplina”, a una vasta tradizione filosofica, psicologica e pratica.

Testi fondamentali

  • Yoga Sūtra di Patañjali (asse portante della scuola classica)

  • Bhagavadgītā (parte del Mahābhārata, offre una sintesi di diverse vie yogiche)

  • Alcune Upaniṣad (es. Śvetāśvatara Upaniṣad)

  • Haṭha Yoga Pradīpikā e altri testi medioevali su pratiche fisiche e meditative

Visione filosofica

La filosofia Yoga è anche chiamata Yoga-darśana. È strettamente collegata alla scuola Sāṃkhya (dualismo tra puruṣa, lo Spirito, e prakṛti, la Materia), da cui eredita la cosmologia e la struttura ontologica, ma si distingue per l’enfasi sulle pratiche di disciplina mentale, fisica ed etica.

Dualismo Puruṣa-Prakṛti

Lo Yoga Sūtra insegna che la vita umana è fondamentalmente sofferenza (duḥkha) a causa dell’identificazione tra la coscienza pura (puruṣa) e la natura materiale (prakṛti) - corpo, mente, emozioni. Lo scopo è separare questi due principi tramite disciplina e conoscenza, raggiungendo la liberazione (kaivalya).

I mezzi della liberazione

Patañjali struttura la disciplina yogica in otto membra (aṣṭāṅga-yoga, “yoga degli otto arti”) — da qui il termine “Ashtanga Yoga” (diverso dall’omonimo stile odierno):

  1. Yama: regole etiche verso gli altri (non violenza, veridicità, non rubare...)

  2. Niyama: regole di autodisciplina (purezza, contentezza, austerità...)

  3. Āsana: postura corporea funzionale alla meditazione

  4. Prāṇāyāma: controllo del respiro, regolazione dell’energia vitale

  5. Pratyāhāra: ritiro dei sensi dagli oggetti esterni

  6. Dhāraṇā: concentrazione dell’attenzione su un oggetto

  7. Dhyāna: meditazione (flusso continuo di attenzione verso l’oggetto)

  8. Samādhi: assorbimento meditativo, stato di profonda unione tra soggetto e oggetto

Scopo finale: la realizzazione che il vero Sé (puruṣa) è distinto dalla mente/corpo (prakṛti), ottenendo la libertà dalle sofferenze dell’esistenza ciclica (saṃsāra).

Pratica e conoscenza

La salvezza si ottiene con disciplina, meditazione e la cosiddetta fermezza della mente (citta-vṛtti-nirodha: “sospensione delle fluttuazioni mentali”). L’esperienza del samādhi è indispensabile: stato senza pensieri, dove la coscienza risiede nella sua pura osservazione.

Rapporti con altre scuole

  • Il Sāṃkhya offre la teoria; lo Yoga offre la pratica.

  • Si differenzia dal Vedānta (che pensa il sé come non duale col Brahman).

  • Si inserisce in dialogo polemico anche col Buddhismo (e in parte con il Jainismo).

Influenza e sviluppi

Nel corso dei secoli, la filosofia Yoga ha ispirato numerose tradizioni di meditazione, pratiche ascetiche e spirituali in India e nel mondo. Dal Medioevo in poi si sviluppano rami di Haṭha Yoga (più focalizzati su pratiche corporee e respiratorie), il Tantra, e, in tempi moderni, vari stili di yoga fisico (asana) oggi diffusi globalmente.

Riassunto essenziale

  • Yoga non è solo postura fisica, ma disciplina integrata di corpo, mente, etica e spirito, volta alla liberazione spirituale.

  • Sistema filosofico pratico con radici antiche, stabilizzato con i Yoga Sūtra.

  • Obiettivo: riconoscere la propria vera natura, libera da identificazione con la mente e la materia.