Dalle radici al silenzio – Il cammino di Behrang Danesh Eshraghi

Infanzia
Fin da piccolo, intorno ai 7 anni, Behrang viveva momenti di silenzio che arrivavano da soli. Il vento tra le strade, il respiro della città, l’abbraccio della famiglia e il cielo aperto non erano solo sfondo: erano parte di lui. In quei momenti nasceva un senso di unità semplice e naturale.

Adolescenza
Tra i 15 e i 17 anni, la natura divenne compagna di ascolto. I boschi, i cieli stellati, i sentieri di montagna erano luoghi dove l’io si faceva leggero. Non si trattava di cercare qualcosa, ma di stare, lasciando che l’ambiente e il silenzio mostrassero la loro forza.

La scelta dello yoga
Nel 1999, a 17 anni, lo yoga entrò nella sua vita. Non come disciplina rigida, ma come un modo di rispondere a ciò che il corpo e il respiro chiedevano. I digiuni, le pratiche quotidiane, le ore di introspezione non erano un’imposizione: accadevano. La disciplina, quella che i testi chiamano tapas, non era sforzo, ma un sapere che cresceva dall’ascolto.

Anni di pratica
Per vent’anni lo yoga e la meditazione hanno accompagnato la sua vita. A volte nella quiete di una sala, altre volte camminando per le strade o tra gli alberi, in una forma di zazen in movimento: stare presenti, respirare insieme al mondo esterno. Giorno dopo giorno, la mente si alleggeriva, lo spirito si apriva.

Un tempo di immersione
Tra il 2020 e il 2021 la pratica divenne ancora più intensa. Molti giorni trascorsi in meditazione, tante sere in lunghe passeggiate per Torino e sulle colline. La città e la natura si fondevano in un unico ritmo. In quei momenti la vita sembrava un unico mantra, una continuità di respiro.

Un’apertura
Il 7 febbraio 2021 arrivò un momento che non somigliava ai tanti vissuti in passato. Negli anni Behrang aveva conosciuto stati vicini al samadhi, momenti intensi di silenzio e chiarezza, ma questa volta era diverso. Fu l’amore a trasformare tutto. L’unione reale, vissuta nel corpo e nel cuore, aprì la porta a una completezza mai sperimentata prima. Non era solo meditazione: era riconoscere, dopo secoli, l’anima compagna di sempre. Un incontro che non cancellava il tempo, ma lo scioglieva, rivelando un’unità che non aveva più confini.

L’amore e la fioritura
Condividere la vita e la pratica con la sua compagna rese tutto più vivo. L’amore non come possesso, ma come porta che apre verso l’infinito. Le radici degli anni di pratica si trasformarono in fioritura, e la vita stessa divenne un fluire naturale.

Oggi
Da allora quell’ascolto non si è interrotto: continua, leggero, limpido, luminoso. È difficile dirlo con parole: è silenzio che sostiene, luce che cresce, mistero che guida. Questo spirito Behrang lo porta oggi nella Behrangyoga International Yoga School, condividendo la sua esperienza con chiunque desideri avvicinarsi allo yoga.