Ātman: il sé nella filosofia indiana, dallo Yoga all’Āyurveda

Il concetto di Ātman è centrale nella visione indiana dell’essere umano. Spesso tradotto come “sé” o “anima”, Ātman rappresenta la coscienza profonda, la scintilla eterna e indivisibile che attraversa i cicli della vita. Tuttavia, il significato di Ātman varia leggermente a seconda delle tradizioni: Āyurveda, Vedānta, Yoga, Purāṇa, Vaiśeṣika e altre scuole ne danno interpretazioni complementari.

Ātman in Āyurveda

Nella medicina tradizionale indiana, Āyurveda, l’Ātman è uno dei tre elementi essenziali per la formazione del feto, insieme al seme maschile e al sangue femminile. Viene associato al jīva, ovvero la coscienza individuale che porta con sé le caratteristiche mentali e karmiche. È ciò che dà identità all’essere umano e lo collega alle sue vite precedenti.

Ātman nel Vedānta

Nel Vedānta, Ātman è spesso sinonimo di Brahman, la realtà assoluta. È l’essenza stessa dell’esistenza, non duale e immutabile. Ogni esperienza che facciamo, secondo il Vedānta, è in realtà una manifestazione dell’Ātman, ma l’ignoranza (avidyā) ci fa credere che sia qualcosa di separato.

Testi chiave:

  • Vivekachūḍāmaṇi: Ātman è l’unica realtà che percepiamo, ma che chiamiamo con nomi diversi.
  • Aṣṭāvakra Gītā: invita a riconoscersi come coscienza pura, testimone degli elementi e dei sensi.

Ātman nello Yoga

Nella filosofia Yoga, Ātman è distinto dal corpo, dalla mente e persino dall’intelletto. La pratica yogica mira a superare i limiti dell’ātman inferiore (condizionato) per realizzare il paramātman, il sé superiore. Solo quando la mente è quieta e la consapevolezza è pura, si può intuire l’Ātman come realtà interiore ed eterna.

Ātman nei Purāṇa

I Purāṇa, testi epici e devozionali, parlano dell’Ātman come ciò che è sempre presente, ciò che non può essere preso né lasciato. È descritto come senza qualità (guṇa), eterno e immutabile, e rappresenta la presenza divina all’interno di ogni essere vivente.

Ātman nella scuola Vaiśeṣika

Per la filosofia Vaiśeṣika, Ātman è una delle nove sostanze fondamentali (dravya). È all’origine delle esperienze interiori: desiderio, piacere, dolore, volontà, conoscenza. L’Ātman è eterno e non materiale, ed è reso visibile solo attraverso i suoi effetti. Non è percepibile direttamente, ma si può inferire grazie ai suoi segni (liṅga), come coscienza, emozioni e tendenze.

Dibattito filosofico:

  • Per i Nyāya-Vaiśeṣika l’Ātman è onnipervadente.
  • Per i Jainisti ha la dimensione del corpo.
  • Per alcune scuole è atomico, per altre invece è eterno e indivisibile.

Ātman nella tradizione Pāñcarātra

Nel Pāñcarātra, corrente tantrica del vaiṣṇavismo, Ātman è associato anche a forme divine, come Nṛsiṃha. Qui l’Ātman è integrato nel contesto rituale e mantrico, come principio cosmico e presenza divina incarnata.

Conclusione

In tutte le scuole, l’Ātman rappresenta il principio cosciente, l’identità sottile e immortale dell’essere umano. Che sia visto come Brahman, come principio medico vitale o come sostanza metafisica, Ātman rimane il cuore pulsante della spiritualità indiana: ciò che osserva, ciò che sente, ciò che è.